di Stefania Marcozzi
Come ti immagini la cooperativa tra qualche anno? Questa è una tipica domanda da rivolgere al management cooperativo per riflettere sulla vision, cioè su come si crede possa diventare la propria organizzazione tra qualche tempo. Non sempre è facile prefigurarsi uno scenario lucente considerando la dinamicità della società multietnica, l’imprevedibilità dei mercati, la velocità della digital economy, della comunicazione e dei social in cui siamo costantemente coinvolti. È del tutto evidente che in qualsiasi realtà organizzativa, sia profit sia non profit, aver chiaro in mente dove si vuole andare è molto importante per tracciare la strada da percorrere e munirsi di tutto il necessario per affrontare il viaggio. In particolare, la cooperazione sociale, più delle altre imprese, per la sua storia e per il legame molto stretto con il territorio, potrebbe allenarsi a mettere il naso fuori dai confini conosciuti, affinando la capacità di aprirsi al nuovo, al fine di cogliere i bisogni emergenti delle nuove popolazioni. Negli ultimi anni sembra esserci un forte bisogno da parte del management cooperativo di apprendere competenze gestionali e nuove strategie di business capaci di generare opportunità di collaborazione tra realtà diverse, e partnership tra pubblico e privato. Per tali ragioni è auspicabile ci sia una forte presa di coscienza da parte del vertice cooperativo nel voler mettere in campo un concreto impegno per progettare il cambiamento verso la cooperativa del futuro.
“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce…”
Fonte: RATIOCoop