Nei giorni scorsi ha fatto un po’ discutere la ricerca dell’Unione consumatori che ha posizionato Brescia al tredicesimo posto tra le province italiane sul fronte dell’aumento del costo della vita. Come sempre capita quando si parla di questo genere di statistiche, è importante cogliere stimoli e aprire riflessioni avendo però cura nel non farsi troppo influenzare dall’effetto che i numeri possono generare a livello emotivo. Comparare l’aumento del costo della vita di Brescia (382 euro annui) con quello di Bolzano (632 euro, maglia nera di questa classifica) e di Terni (337 euro, ultima delle province rilevate) può permettere ai bresciani di considerarsi fortunati e non troppo penalizzati dalla spirale inflattiva. Allo stesso tempo possono nascere altre riflessioni associando il dato sul costo della vita ad altri che derivano da analisi condotte su aspetti economici e sociali che collocano la provincia di Brescia al 21° posto in Italia (fonte Twig.pro) come Prodotto interno lordo e un invidiabile terzo posto in Europa come produzione industriale, al 39° (fonte Sole 24ore) sulla qualità della vita in generale.
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Il costo della vita una sfida politica
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