Da anni il Parlamento rimane ai margini dell’attività politica costretto a rincorrere provvedimenti governativi introdotti attraversi l’utilizzo dei decreti legge. Questa involuzione del ruolo parlamentare viene accantonata, ritualmente, nelle settimane in cui i parlamentari sono chiamati a valutare, emendare, integrare gli indirizzi contenuti in quella che viene chiamata legge di bilancio. Il copione si sta ripetendo in questi giorni e, come purtroppo accade troppo spesso, il dibattito viene combattuto a suon di emendamenti il cui risultato rischia di finire con tali e tanti compromessi da rendere più opaca la volontà di chi ci governa. Il confronto in parte si sviluppa intorno a critiche o proposte orientate a “spingere” verso obiettivi sociali (ad esempio più investimenti per le famiglie piuttosto che nei servizi alla persona), piuttosto che perorare iniziative orientate a ridurre le deleghe allo Stato sugli stessi ambiti per potenziare altre forme di errogazione dei servizi.
Fonte: Giornale di Brescia