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Dal sogno comunitario alla paralisi politica

Quello che in queste settimane stiamo vivendo come Unione Europea, la questione dazi e l’estromissione dai primi colloqui di pace per l’Ucraina, ricorda che, come sempre, i nodi vengono al pettine. Senza per forza citare i saggi di Ventotene e i loro sogni su un’Europa unita e coesa, è evidente che la serie di distinguo che, da anni, gli Stati membri hanno cavalcato sia sul fronte economico sia su quello politico in senso stretto, abbia indebolito la comunità. Oggi è, infatti, evidente la debolezza dell’Ue di fronte alle politiche neo feudali degli altri grandi player mondiali. La contrapposizione tra ideali comunitari e quelli cavalcati dai partiti neo populisti al governo in vari Paesi, che portano a continue mediazioni tra interessi dei “propri territori” e quelli dell’intero continente, ha generato lentezze di natura strategica e, soprattutto, ha dato il là ad atteggiamenti spesso in contrasto con il “Bene comune Europeo”. Una comunità divisa è una comunità debole e le azioni, minacciate o agite, dall’amministrazione Trump puntano proprio sulla debolezza e sulle divisioni in campo europeo.

Fonte: Giornale di Brescia