Se il lavoro scompare dall’agenda politica
Negli ultimi giorni abbiamo avuto due riscontri quantitativi che, in situazioni normali, avremmo potuto commentare con una forte vena di ottimismo.
Negli ultimi giorni abbiamo avuto due riscontri quantitativi che, in situazioni normali, avremmo potuto commentare con una forte vena di ottimismo.
Tanto tuonò che piovve. In questi giorni si susseguono articoli e interventi sui media sempre più preoccupati in riferimento alle prospettive della nostra economia schiacciata, da una sorta di tempesta perfetta tra inflazione e conseguenze del conflitto ucraino, con ridotti flussi di gas dalla Russia e prezzi alle stelle.
Su impresa e lavoro arriva da Papa Francesco la sollecitazione affinché partecipazione, condivisione, responsabilizzazione ed equità remunerativa diventano a pieno titolo un impegno aziendale.
Qualche lustro fa quando si ipotizzava la nascita di un centro fieristico diverso da quelli tradizionali, si cercò di definire la diversità immaginando possibili utilizzi dell’area da destinare a quello scopo uniti dal minimo comun denominatore di rendere la <
Una volta fatti i conti col bilancino degli appetiti delle diverse forze politiche per una sedia governativa, Giorgia Meloni dovrà affrontare una delle sfide più impegnative in assoluto: raccontarla giusta agli italiani. Cioè fare i conti con le troppe semplificazioni, le banalizzazioni e le manipolazioni che ci accompagnano da anni.
Nei giorni scorsi si erano sottolineate le critiche che la bozza di manovra di bilancio stava raccogliendo dai fronti più disparati.
Una delle regole da seguire per affrontare le difficoltà presenti o incombenti è evitare di nasconderle o sottovalutarle